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L'ARGOMENTO DI OGGI

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dai GIORNALI di OGGI

L'esponente leghista aveva accusato il presule di parlare a titolo personale

Immigrati, è scontro Lega-Vaticano

Monsignor Vegliò: "Calderoli offende"

Il presidente del Pontificio consiglio per i Migranti: "Dal ministro parole inaccettabili"

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2009-08-25

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

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CORRIERE della SERA

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2009-08-30

dal 6 maggio, giorno dell'accordo, sono un migliaio i migranti riportati a tripoli

Sicilia, respinto gommone di migranti

A bordo 75 persone tra i quali donne e bambini, in prevalenza somali. L'Onu: "Così si negano i diritti"

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Lampedusa, sbarcano cinque eritrei: "Eravamo in 80, gli altri sono morti" (20 agosto 2009)

PALERMO- Erano in 75. Tutti stipati su un gommone. Uomini, donne e bambini in fuga dall'Africa e alla ricerca di un futuro. La speranza era tutto lì in quel viaggio da costa a costa. Fino in Sicilia. E c'erano quasi arrivati, quando il brusco risveglio è stato dettato dalle motovedette italiane, incrociate sul loro cammino. Tutti, tranne un uomo ferito, sono stati riportati in Libia.

IMMIGRAZIONE- I primi a intercettare l'imbarcazione sono stati gli uomini della marina maltese. Poi è arrivata la Marina Italiana, al di fuori delle acque territoriali. Il gommone si stava dirigendo "inequivocabilmente" verso le coste della Sicilia sud orientale. Da qui la decisione di rimandare tutti indietro con la Guardia di Finanza. Tutti tranne un immigrato con alcune costole rotte che è stato trasferito all'ospedale di Pozzolla, in provincia di Ragusa. Secondo le prime informazioni gli extracomunitari sarebbero in maggioranza somali o comunque provenienti dal Corno d'Africa, dunque nelle condizioni di fare richiesta d'asilo. Quello di oggi è l'ennesimo respingimento, dopo l'accordo bilaterale tra Italia e Libia. Dal 6 maggio ad oggi sono oltre un migliaio gli immigrati che sono stati riportati a Tripoli.

L'ONU: "NEGATI I DIRITTI A CHI CHIEDE ASILO" - Dopo l'ennesimo respingimento in Libia deciso dal governo italiano l''alto commissariato Onu per i rifugiati ha espresso la sua "preccupazione". "La politica dei respingimenti - osserva Laura Boldrini, portavoce in Italia dell'Unhcr - invece di arginare il fenomeno dell'immigrazione sembrebbe tradursi in realtà in una forma di penalizzazione nei confronti dei richiedenti asilo, persone in fuga da guerre e persecuzioni che hanno diritto ad ottenere protezione. È il caso dei 75 migranti riportati a Tripoli che, secondo le prima informazioni, sarebbero somali, un paese che da circa vent'anni vive in condizioni di completa anarchia, una situazione che colpisce sopratutto la popolazione civile".

30 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

2009-08-26

L'esponente leghista aveva accusato il presule di parlare a titolo personale

Immigrati, è scontro Lega-Vaticano

Monsignor Vegliò: "Calderoli offende"

Il presidente del Pontificio consiglio per i Migranti: "Dal ministro parole inaccettabili"

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Roberto Calderoli al Meeting di Rimini (IPP)

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CITTÀ DEL VATICANO - È ancora scontro tra il Vaticano e la Lega sugli immigrati. A sollevare le polemiche la tragedia degli eritrei nel Canale di Sicilia e le successive dichiarazioni di esponenti del Carroccio e della Santa Sede. In una dichiarazione diffusa alla stampa, monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, va ora all'attacco contro il ministro Roberto Calderoli, accusandolo di aver usato parole "inaccettabili e offensive, quasi che io - si legge nel comunicato - sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Tre giorni fa l'esponente leghista, difendendo la linea del governo sulla lotta all'immigrazione clandestina, aveva detto che "solo un messaggio chiaro" può fermare i viaggi "della disperazione, che, purtroppo, hanno portato a morire, nelle acque del canale di Sicilia, tanti, partiti anche sulla base dei messaggi dell'opposizione o di monsignor Vegliò". Le parole del ministro della Semplificazione erano arrivate dopo che il presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, davanti alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, aveva espresso il suo "dolore" per "il continuo ripetersi" delle morti in mare e aveva esortato le "società sviluppate" a "rispettare sempre i diritti dei migranti" e a non "chiudersi all'egoismo". "Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede", "mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana" e "come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede" ha voluto precisare Vegliò rispondendo direttamente al ministro leghista.

LA POLEMICA -Nell'intervista rilasciata a Radio Vaticana in seguito alla sciagura nel Canale di Sicilia, Vegliò aveva anche sottolineato che, a suo avviso le società "cosiddette civili", sono sempre più egoiste, al punto da preferire, in casi estremi, di condividere i propri beni con gli animali domestici piuttosto che con lo straniero. Dopo l'intervista, Calderoli aveva tra l'altro sottolineato che "le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto". "La mia dichiarazione - ha precisato ora il presule - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità".

REAZIONI - Sulla scia delle parole di monsignor Vegliò, l'opposizione insorge contro l'esecutivo. "Il governo continua a farci fare una pessima figura con tutti. Dopo la Ue, l'Unhcr, ora anche col Vaticano. La dichiarazione di monsignor Vegliò è di una chiarezza lampante. L'esecutivo, soprattutto per quanto riguarda le tematiche dell'immigrazione, non può essere guidato dal Carroccio", afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. Per il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori Felice Belisario, le parole del numero uno del Pontificio Consiglio epr i Migranti dimostrano che "il Carroccio tiene in ostaggio Berlusconi e il suo esecutivo e che, per accontentare il suo elettorato xenofobo, è disposto a farci fare una pessima figura anche con la Santa Sede. Che cosa ne dicono i cattolici del Pdl? Perchè stanno zitti?", chiede Belisario. A parlare, tra gli esponenti del governo, è il ministro La Russa: "Ho grande rispetto per la Chiesa e mi inchino alla sua missione, che è quella della carità, che deve essere esercitata nei confronti di tutti. Poi c'è una missione diversa, che è quella di chi ha il dovere di far rispettare le leggi, missione che appartiene alla politica e alle istituzioni" spiega il titolare della Difesa.

25 agosto 2009(ultima modifica: 26 agosto 2009)

 

 

 

 

 

 

2009-08-25

L'esponente leghista aveva accusato il presule di parlare a titolo personale

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CITTÀ DEL VATICANO - È ancora scontro tra il Vaticano e la Lega sugli immigrati. A sollevare le polemiche la tragedia degli eritrei nel Canale di Sicilia e le successive dichiarazioni di esponenti del Carroccio e della Santa Sede. In una dichiarazione diffusa alla stampa, monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, va ora all'attacco contro il ministro Roberto Calderoli, accusandolo di aver usato parole "inaccettabili e offensive, quasi che io - si legge nel comunicato - sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Tre giorni fa l'esponente leghista, difendendo la linea del governo sulla lotta all'immigrazione clandestina, aveva detto che "solo un messaggio chiaro" può fermare i viaggi "della disperazione, che, purtroppo, hanno portato a morire, nelle acque del canale di Sicilia, tanti, partiti anche sulla base dei messaggi dell'opposizione o di monsignor Vegliò". Le parole del ministro della Semplificazione erano arrivate dopo che il presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, davanti alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, aveva espresso il suo "dolore" per "il continuo ripetersi" delle morti in mare e aveva esortato le "società sviluppate" a "rispettare sempre i diritti dei migranti" e a non "chiudersi all'egoismo". "Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede", "mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana" e "come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede" ha voluto precisare Vegliò rispondendo direttamente al ministro leghista.

LA POLEMICA -Nell'intervista rilasciata a Radio Vaticana in seguito alla sciagura nel Canale di Sicilia, Vegliò aveva anche sottolineato che, a suo avviso le società "cosiddette civili", sono sempre più egoiste, al punto da preferire, in casi estremi, di condividere i propri beni con gli animali domestici piuttosto che con lo straniero. Dopo l'intervista, Calderoli aveva tra l'altro sottolineato che "le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto". "La mia dichiarazione - ha precisato ora il presule - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità".

REAZIONI - Sulla scia delle parole di monsignor Vegliò, l'opposizione insorge contro l'esecutivo. "Il governo continua a farci fare una pessima figura con tutti. Dopo la Ue, l'Unhcr, ora anche col Vaticano. La dichiarazione di monsignor Vegliò è di una chiarezza lampante. L'esecutivo, soprattutto per quanto riguarda le tematiche dell'immigrazione, non può essere guidato dal Carroccio", afferma il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei. Per il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori Felice Belisario, le parole del numero uno del Pontificio Consiglio epr i Migranti dimostrano che "il Carroccio tiene in ostaggio Berlusconi e il suo esecutivo e che, per accontentare il suo elettorato xenofobo, è disposto a farci fare una pessima figura anche con la Santa Sede. Che cosa ne dicono i cattolici del Pdl? Perchè stanno zitti?", chiede Belisario. A parlare, tra gli esponenti del governo, è il ministro La Russa: "Ho grande rispetto per la Chiesa e mi inchino alla sua missione, che è quella della carità, che deve essere esercitata nei confronti di tutti. Poi c'è una missione diversa, che è quella di chi ha il dovere di far rispettare le leggi, missione che appartiene alla politica e alle istituzioni" spiega il titolare della Difesa.

25 agosto 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-08-30

Sul gommone 15 donne e tre minori. Intercettato fuori dalle acque territoriali

Berlusconi a Tripoli per celebrare il primo anniversario del trattato italo-libico

Respinti in Libia 75 migranti

Berlusconi: "Serve rigore"

Mille extracomunitati allontanati in quattro mesi. Mistero su un peschereccio

Respinti in Libia 75 migranti Berlusconi: "Serve rigore"

PALERMO - Respinti. Settantacinque immigrati di origine somala o comunque provenienti dal Cordo d'Africa, tra i quali tre minori e 15 donne in attesa di asilo, salpati dalle coste libiche a bordo di un gommone, dopo giorni di navigazione nel Mediterraneo sono stati "accompagnati" da una motovedetta maltese verso un pattugliatore d'altura della Guardia di Finanza che a Capo Passero li attendeva per rispedirli verso Tripoli.

Il Cavaliere da Gheddafi. "Serve rigore", come ha detto Silvio Berlusconi a Tripoli oggi per celebrare insieme al colonnello Gheddafi il primo anniversario del trattato di amicizia italo-libico e posare la prima pietra della nuova autostrada costiera simbolo del risarcimento italiano per i danni del colonialismo. "Un'impresa storica" come l'ha definita il presidente del Consiglio accolto dal leader libico davanti ad una gigantografia che li ritrae insieme mentre si stringono la mano.

Berlusconi: "Integrazione ma con rigore". Nell'agenda dell'incontro dei due leader, non poteva mancare la politica di contenimento dell'immigrazione clandestina verso l'Italia. "Serve rigore", ha detto il premier italiano. "Non si possono aprire i confini a chiunque. Se vogliamo davvero procedere a una politica vera di integrazione, dobbiamo essere rigorosi".

Gli immigrati. Uno dei 75 immigrati è stato trasferito in un ospedale siciliano perché aveva alcune costole fratturate. Altri quattro migranti, tra i quali una donna ed un neonato, erano stati già soccorsi dalle motovedette maltesi e trasferiti nell'ospedale della Valetta. Tutti gli altri passeggeri del gommone respinto sono stati trasbordati su un pattugliatore d'altura della Guardia di Finanza che ha fatto rotta su Tripoli. Secondo le prime informazioni gli extracomunitari sarebbero in maggioranza somali o comunque provenienti dal Corno d'Africa, dunque nelle condizioni di fare richiesta d'asilo.

Mille respinti in 4 mesi. Dal 6 maggio - giorno del primo respingimento - fino a oggi sono oltre un migliaio gli immigrati che sono stati riportati a Tripoli. Secondo statistiche ministeriali, solo poco più di 700 extracomunitari sono sbarcati sulle coste siciliane contro gli oltre 13mila approdati nello stesso periodo dell'anno scorso.

Rapporti tesi tra Malta e Italia. E' la terza volta, nel giro di dieci giorni, che la Marina maltese aggancia imbarcazioni cariche di migranti, e che rifornisce le persone a bordo di carburante, cibo e giubbotti di salvataggio prima di scortarli fino al confine con le nostre acque territoriali. Una politica destinata a inasprire il già difficile rapporto diplomatico tra i due Paesi reso incandescente nei giorni scorsi dopo la tragedia dei 73 somali ed eritrei finiti sul fondo del mare da un gommone "soccorso" qualche ora prima da una imbarcazione militare di Malta.

Il peschereccio scomparso. Intanto non si hanno ancora notizie del peschereccio con circa 150 extracomunitari che sarebbe partito alcuni giorni fa dalle coste libiche. L'allarme è stato lanciato da un immigrato somalo rinchiuso nel centro di detenzione di Safi a Malta, che venerdì scorso ha ricevuto una telefonata. Le autorità maltesi hanno detto di non avere intercettato fino ad ora sui radar l'imbarcazione.

(30 agosto 2009)

 

 

 

 

 

 

2009-08-26

Ma il Vaticano insiste: cambi lo stile di vita. Il Cavaliere irritato con Avvenire

Dopo gli attacchi dei vescovi, il capo del governo non ha frenato i ministri della Lega

Perdonanza, prima di un premier

a cena Bertone e Berlusconi

di FRANCESCO BEI e ORAZIO LA ROCCA

Perdonanza, prima di un premier a cena Bertone e Berlusconi

Berlusconi con Bertone

ROMA - Scomparso dai radar da una settimana, Berlusconi riapparirà venerdì a l'Aquila tra i pellegrini della Perdonanza celestiniana, il rito che da 800 anni garantisce l'indulgenza da ogni peccato ai fedeli "sinceramente pentiti e confessati". E venerdì sera, grazie al pressing di palazzo Chigi, Berlusconi si troverà accanto al segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, alla cena che tradizionalmente segue la cerimonia.

Una partecipazione inattesa quella del presidente del Consiglio, confermata solo ieri ufficialmente, che ha destato stupore nel comitato organizzatore della Perdonanza: "Gli altri anni al massimo si faceva vedere un sottosegretario abruzzese". E invece stavolta si materializzerà il presidente del Consiglio in persona, accompagnato da Gianni Letta, il regista del tentativo di riavvicinamento fra Berlusconi e la Santa Sede. Una scommessa tutta in salita quella dell'ala "filovaticana" del governo, se è vero che lo stesso Cavaliere sarebbe ancora irritato, come riferiscono fonti vicine a Berlusconi, per "l'attacco gratuito" ricevuto da l'Avvenire a ferragosto, quando il quotidiano della Cei arrivò a stigmatizzare la "tracotante messa in mora di uno stile sobrio" da parte del premier.

E non è certo un caso, fanno notare nel Pdl, se il premier non abbia detto nulla in questi giorni contro la Lega, lasciando che dal Carroccio si scatenasse un'offensiva senza precedenti contro il Vaticano sulla questione immigrazione. "Se i vescovi non frenano le critiche al governo - è il ragionamento che si fa nelle stanze del governo - perché dovremmo noi aprire una polemica con la Lega per difenderli?". Lo stesso discorso potrebbe valere per tutti gli altri dossier che da settembre si apriranno in Parlamento, in primis la legge sul testamento biologico. "Non c'è fretta", si lasciano sfuggire ai piani alti del Pdl, lasciando intendere che l'iter del ddl che sta a cuore alla Chiesa sarà influenzato anche dall'atteggiamento che gli organi di stampa vaticani e "certi vescovi" terranno nei confronti del premier.

Venerdì sera, comunque, Berlusconi finalmente potrà incontrarsi col cardinale Bertone, un sogno che il premier ha accarezzato da quando è al centro delle critiche per le sue vicende personali. Ma Oltretevere frenano gli entusiasmi. All'Aquila non ci sarà nessun colloquio riservato tra Berlusconi e il Segretario di Stato, più "realisticamente" si tratterà di un semplice incontro di cortesia istituzionale che, oltretutto - puntualizzano i collaboratori di Bertone - non è stato chiesto "né dal Vaticano né, tantomeno, dalla curia dell'Aquila". Più semplicemente, è stato Palazzo Chigi a decidere che quest'anno a rappresentare il governo alla Perdonanza sarebbe stato Berlusconi in persona.

"Se il premier non cambia stile di vita l'incontro della Perdonanza non avrà nessun effetto", avvertono tuttavia in Vaticano, dove nessuno è pronto a giurare che gli uomini di papa Ratzinger siano disposti a dimenticare tanto facilmente "i pubblici scandali" che stanno ruotando intorno al nome del premier. È una situazione che sta creando non poco imbarazzo in Curia, dove non a caso finora hanno sempre respinto, per motivi di "opportunità", il pressing di Palazzo Chigi per un vertice Berlusconi-Benedetto XVI. E questo malgrado l'intenso lavorìo diplomatico di Gianni Letta presso l'entourage papale per tentare di far spalancare il Portone di Bronzo al premier.

Comunque, al di là di quello che Berlusconi venerdì sera dirà al cardinale Bertone, in Vaticano avvertono che dalla Santa Sede non ci sarà nessun "colpo di spugna" sulla vita privata del Cavaliere, che la Chiesa non sarà mai disposta ad accettare "contropartite governative" (finanziamenti alle scuole private, testamento biologico, stop ai progetti sulle unioni di fatto) e che resta sempre valido "il riferimento all'insegnamento di Santa Maria Goretti fatto dal segretario della Cei, il vescovo Crociata, quando ha richiamato i politici italiani ad uno stile di vita più sobrio e più rispettoso della morale e dell'etica".

In ogni caso, nonostante la Perdonanza, Berlusconi non potrà ottenere per sé l'indulgenza plenaria come gli altri diecimila pellegrini. "Il premier non la otterrà - puntualizza il portavoce dell'arcidiocesi dell'Aquila, don Claudio Tracanna - perché, in quanto divorziato, non può accedere al sacramento della comunione".

(26 agosto 2009)

 

 

 

 

 

 

 

2009-08-25

Monsignor Vegliò presidente del Pontificio consiglio per i migranti

aveva ribadito il diritto all'accoglienza e al soccorso per gli irregolari

Immigrati, scontro Vaticano-Lega

"Il ministro Calderoli ci offende"

Secondo l'esponente leghista "le sue parole non sono quelle del Vaticano o della Cei"

E Cota attacca monsignor Marchetto: "Inventa comandamenti, parla da comunista"

Immigrati, scontro Vaticano-Lega "Il ministro Calderoli ci offende"

Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per i migranti

ROMA - Sull'immigrazione è scontro tra Vaticano e Lega. Le alte gerarchie ecclesistiche non risparmiano critiche nei confronti delle nuove norme sul reato di clandestinità e i vertici del Carroccio ribattono con accuse di "comunismo". Prende posizione anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Far rispettare la legge è sempre giusto".

La polemica Caderoli-mons. Vegliò. Le parole del ministro Roberto Calderoli sono "inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti risponde così, in una dichiarazione diffusa alla stampa, al ministro per la Semplificazione.

In un'intervista alla Radio Vaticana del 22 agosto, ripresa poi dall'Osservatore Romano del giorno successivo, il 'ministro' vaticano dell'immigrazione era intervenuto in merito alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei e aveva ribadito il diritto all'accoglienza e al soccorso per i migranti irregolari che cercano di raggiungere le sponde del nostro Paese. "Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto", aveva dichiarato in risposta il ministro Calderoli.

"Al riguardo - afferma oggi monsignor Vegliò nel comunicato - con tutto il rispetto possibile e per amore di verità, vorrei asserire che: come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede. Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede. Mai sono stato contraddetto dalla Conferenza Episcopale Italiana". "Forse - prosegue la nota - aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro".

"Chi ha fatto rispettare i diritti - aveva precisato Calderoli - è stato questo governo, salvando chi si trovava in stato di bisogno e riuscendo a far passare un messaggio importante e chiaro ovvero che il nostro non può più essere un Paese di conquista. Solo così, attraverso questo messaggio non partiranno più questi viaggi che non sono della speranza ma delle disperazione e che purtroppo hanno portato a morire, nelle acque del canale di Sicilia, tanti, partiti anche sulla base dei messaggi dell'opposizione o di monsignor Vegliò".

Lo scontro fra Cota e mons. Marchetto. La nuova legge italiana sull'immigrazione che ha "ristretto le norme legate all'immigrazione irregolare e ha trasformato la migrazione irregolare in un reato penale" rappresenta "un peccato originale" nella legislazione sull'immigrazione. E' quanto scrive in un intervento pubblicato dalla rivista americana 'Jurist' monsignor Agostino Marchetto, segretario del pontificio consiglio per i Migranti e gli Itineranti, in cui torna a criticare duramente il pacchetto sicurezza approvato dal governo.

L'introduzione del reato di clandestinità, aggiunge Marchetto, "ha significative ripercussioni nella vita concreta del migrante e della sua famiglia". Tra queste ripercussioni il vescovo ricorda la "difficoltà di trovare un alloggio" o "di inviare le rimesse nei Paesi di origine". Le nuove norme sull'immigrazione introdotte con il pacchetto sicurezza inoltre "non sono a favore della famiglia", prosegue mons. Marchetto, convinto che la nuova legislazione italiana in materia di immigrazione comporti ripercussioni importanti sulla vita familiare dei migranti.

"Le dichiarazioni di monsignor Marchetto sono a titolo personale - ribatte il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota - espressione di un pregiudizio politico e non hanno nulla di religioso. Chi parla così sono i soliti che qualcuno definisce cattocomunisti e che in realtà hanno perso il 'catto' e sono comunisti. Del resto, con tutto il rispetto, monsignor Marchetto si sta esercitando nell'invenzione di comandamenti senza averne l'autorita".

La Russa. Nella polemica si inserisce anche il ministro della Difesa. "Ho grande rispetto della Chiesa - ha detto Ignazio La Russa a Rimini - capisco la sua missione a cui mi inchino, perché è quella della carità che deve essere esercitata nei confronti di tutti, ma poi c'è una missione diversa, che è quella di chi ha il dovere, prima che il diritto, di far rispettare la legge. Quest'ultima è affidata alla politica e alle istituzioni. Far rispettare la legge è sempre giusto".

(25 agosto 2009)

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2009-08-30

Respinto in Libia gommone di migranti

Un nuovo respingimento in Libia è stato deciso dal governo italiano nei confronti dei 75 migranti, tra i quali 15 donne e tre minori, a bordo di un gommone che è stato intercettato questa mattina al di fuori delle acque territoriali, a circa 24 miglia a Sud di Capo Passero. In navigazione verso le coste siciliane il gommone con una ottantina di migranti a bordo è stato intercettato ieri da una motovedetta maltese, a circa 35 miglia sud dell'isola Stato. Il portavoce delle Forze Armate maltesi, Ivan Consiglio, ha confermato che gli extracomunitari sono stati rifocillati e che hanno chiesto di proseguire verso l'Italia.

Il gommone si troverebbe a circa 25 miglia a Sud di Capo Passero, l'estremo lembo meridionale della Sicilia, al limite delle acque di competenza italiana per quanto riguarda le operazioni di soccorso in mare. Nella zona stanno incrociando due unità d'altura della Guardia di Finanza, in attesa dell'arrivo di una motovedetta della Guardia Costiera con un medico a bordo per accertare le condizioni di salute dei profughi.

È la terza volta nel giro di dieci giorni che la Marina maltese aggancia imbarcazioni cariche di migranti, rifornendoli di carburante, cibo e consegnando loro giubbotti di salvataggio prima di "scortarli" fino al confine con le nostre acque territoriali. Una politica destinata a inasprire il duro braccio di ferro diplomatico tra i due Paesi sul fronte dell'immigrazione clandestina. Intanto non si hanno ancora notizie del peschereccio con circa 150 extracomunitari che sarebbe partito alcuni giorni fa dalle coste libiche. L'allarme è stato lanciato da un immigrato somalo rinchiuso nel centro di detenzione di Safi a Malta, che venerdì scorso ha ricevuto una telefonata. Le autorità maltesi hanno detto di non avere intercettato fino ad ora sui radar l'imbarcazione. Le condizioni meteo nel Canale di Sicilia sono in peggioramento.

30 agosto 2009

 

 

 

 

 

2009-08-26

Vaticano, nuovo attacco della Lega: "Rivediamo i Patti"

La Lega prosegue negli attacchi al Vaticano, mentre dal Pdl si cerca di non incrinare i rapporti con la Santa Sede. Sull tema degli immigrati, il Carroccio non fa marcia indietro, anzi stamane 'La Padania', in un editoriale, insiste: le parole rivolte ieri a Roberto Calderoli sono "solo l'ultimo episodio di una lunga serie di ingerenze ideologiche e squisitamente politiche da parte di uomini delle gerarchie ecclesiastiche nelle faccende di uno Stato che, fino a prova contraria, e' laico". L'editoriale si conclude con l'ipotesi di "inserire nell'agenda delle riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi" come extrema ratio.

All'indomani dello scontro tra il Carroccio e le gerarchie ecclesiastiche, il giornale della Lega ricorda che la Chiesa "ha assunto un atteggiamento fortemente ostile nei confronti del reato di clandestinita', una non malcelata diffidenza per le ronde e in generale un'avversione per lo spirito del decreto sicurezza". "I confini e le sfere di ingerenza reciproca fra Stato e Chiesa - aggiunge l'editorialista - sono precisi. Ed e' anche vero che la Chiesa rappresenta uno dei cosidetti 'poteri forti'. Tuttavia - e' la conclusione - se i rapporti fra lo Stato e la Chiesa andranno avanti lungo questa deriva, ossia le gerarchie ecclesiastiche proseguiranno in questa politica marcatamente interventista nei confronti delle decisioni e degli orientamenti della politica e delle istituzioni al di la' di ogni ragionevole confine di neutralita' delle rispettive sfere di intervento, bisognera' inserire nell'agenda delle

riforme anche una revisione di Concordato e Patti Lateranensi. Non ci pare il caso".

Ma a tre giorni dall'annunciata cena tra il premier Silvio erlusconi e il Segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, dal Pdl giungono segnali di distensione. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ammette: "Ho vissuto questa situazione da cattolico con qualche dispiacere e qualche imbarazzo. Ma l'Italia, e lo dimostreremo con i fatti, e' il paese che ha salvato il maggior numero di vite umane in mare. Abbiamo operato con i fatti proprio nel senso voluto dal Vaticano", conclude.

"Anche io trovo fuori luogo l'attacco della Lega alla Chiesa, ma non e' giusto ricambiare sparando sulla Lega o teorizzando altre formule di governo. E' tempo di riconoscere che senza la Lega l'Italia e' ingovernabile" dichiara il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi. E il cattolico vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl) invita "nuovamente gli amici della Lega ad abbassare i toni e ad evitare inutili polemiche. Il governo ha fortemente voluto leggi utili a regolare gli accessi sul nostro territorio e a garantire la sicurezza. L'appello della Chiesa e' opportuno in quanto ci esorta a non restare indifferenti di fronte alle

tragedie. Cercare lo scontro e la polemica ad ogni costo non aiuta".

26 agosto 2009

 

 

 

 

2009-08-25

"Le parole di Calderoli sono inaccettabili e offensive"

Le parole del ministro Roberto Calderoli sono "inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, risponde così in una dichiarazione diffusa alla stampa, al ministro leghista per la Semplificazione legislativa.

"Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede", "mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana" e "come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede". È quanto ha voluto precisare "con tutto il rispetto possibile e per amore di verità, il presidente del pontificio consiglio per i Migranti, mons. Antonio Maria Vegliò rispondendo così, in una dichiarazione diffusa alla stampa, direttamente al ministro per la Semplificazione il leghista Roberto Calderoli. L'esponente leghista, a proposito dell'intervista rilasciata da mons. Vegliò alla Radio Vaticana in seguito alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, aveva dichiarato: "Le parole sugli immigrati pronunciate da mons. Vegliò non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto". "La mia dichiarazione - ha aggiunto Vegliò - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità".

25 agosto 2009

 

 

 

"Per Berlusconi niente 'Festa della Perdonanza'"

Il premier Silvio Berlusconi parteciperà alla Festa della Perdonanza che si celebra all'Aquila venerdì 28 agosto ma non potrà beneficiare della speciale indulgenza concessa da Benedetto XVI per l'occasione ai pellegrini che si recheranno nel capoluogo abruzzese per pregare sulle reliquie di Celestino V. "Papa Celestino V - spiega all'ANSA il portavoce dell'arcidiocesi dell'Aquila don Claudio Tracanna - è stato molto chiaro all'epoca circa le condizioni necessarie per ricevere il perdono dei peccati. Per ottenerlo - precisa - , è necessario innanzitutto essere veramente pentiti, poi confessarsi ed ottenere l'assoluzione dal confessore, successivamente fare la comunione, infine visitare la Basilica di Collemaggio". "Solo a questo punto - prosegue - si ottiene l'indulgenza. Il premier Berlusconi in ogni caso - aggiunge - non la otterrà comunque perchè in quanto uomo divorziato non può accedere al sacramento della comunione". "Anche se volesse - conclude don Tracanna - non può quindi soddisfare tutte le richieste dettate da Celestino V".

25 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2009-08-30

2009-08-25

Sull'immigrazione sale la tensione tra Governo e Vaticano: "Calderoli offensivo"

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25 agosto 2009

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"Dai nostri archivi"

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Napolitano dal Papa, la prima volta di un Presidente ex Pci

 

Continua a salire di intensità la polemica tra Governo e Vaticano sul tema dell'immigrazione in seguito alla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 migranti eritrei.

Con una dichiarazione rilasciata alla stampa mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per i Migranti, risponde al ministro leghista Roberto Calderoli, secondo il quale le parole del presule sugli immigrati "non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto". Come capo dicastero, ha replicato Vegliò, "ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana". Vegliò si è scagliato contro le "parole inaccettabili" del ministro, dichiarandole "offensive".

Calderoli, dal palco del meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, aveva detto che "chi ha fatto rispettare i diritti è stato questo governo, salvando chi si trovava in stato di bisogno e riuscendo a far passare un messaggio importante e chiaro ovvero che il nostro non può più essere un Paese di conquista. Solo così, attraverso questo messaggio, non partiranno più questi viaggi che non sono della speranza ma della disperazione e che, purtroppo, hanno portato a morire, nelle acque del canale di Sicilia, tanti, partiti anche sulla base dei messaggi dell'opposizione o di monsignor Vegliò".

E visto il crescendo di tensione nei rapporti tra Chiesa e Governo non stupisce, forse, che a ricevere Papa Benedetto XVI nel corso della sua visita alla città di Viterbo domenica 6 settembre sia, in rappresentanza dell'esecutivo, il sottosegretario Gianni Letta, e non il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. (M. Do.)

25 agosto 2009

 

 

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